"il Governo era venuto in ausilio de' viti­cultori, istituendo in Barletta nel 1879 una Cantina sperimentale" (Sabino Loffredo)

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La storia della biblioteca

LA NASCITA DELLA CANTINA

Sulla scia della rivoluzione vitivinicola nazionale del XVIII secolo, nel 1879, il professor Domenico Frojo, studioso di notevole fama, propose di costituire un apparato tecnico che fosse stabilmente ancorato alla viticoltura del territorio: la Cantina Sperimentale. Essa doveva avere lo scopo di garantire la qualità del vino e prestare assistenza tecnica continua ai viticoltori.

Il progetto della Cantina Sperimentale veniva sostenuto da Frojo per poter essere fondata a Barletta, ormai epicentro della produzione dei vini.

La proposta ottenne subito immediati consensi e apprezzamenti e il Ministero dell’Industria, Agricoltura e Commercio emanò il decreto recante l’istituzione di una cantina sperimentale in alcuni locali del castello di Barletta.

la crisi commerciale e la nuova sede

Nel 1887 gli accordi import export con la Francia si interruppero e crebbe la difficoltà nel vendere i vini da taglio.

La neonata Cantina Sperimentale di Barletta, nel frattempo, aveva ottenuto già un riconoscimento all’Esposizione di Torino del 1884 per la sua attività innovativa ed era passata sotto la direzione del prof. Antonio Fonseca, proveniente dalla Cattedra di viticoltura della Regia Scuola Superiore di Agraria in Portici (NA).

Nell’agosto del 1888 fu trasferita in una nuova sede nel Palazzo Criscuoli in via Ferdinando d’Aragona.

La ripresa del settore e la terza sede

Dopo il disastro subito dal settore vitivinicolo locale, il nuovo indirizzo delle politiche estere produsse nuove alleanze che diedero respiro all’export, generando impatti positivi sulla ripresa e ridando speranza ai coltivatori e ai produttori.

Il rifiorire del mercato indusse, nel 1900, il nuovo direttore, il prof. Giuseppe De Astis, a trasferire la Cantina Sperimentale in una nuova sede più idonea, il Palazzo Picardi.

Ampi locali e un grande pianterreno per le attività cantiniere, con al di sopra uno splendido piano nobile, diedero un nuovo lustro alla cantina. Inoltre, nella nuova sede fu allestita una biblioteca specialistica di oltre duemila volumi; un laboratorio enochimico arricchito da una nuova strumentazione e un salone di rappresentanza per riunioni.

Il forte periodo di espansione

Dal 1914 in poi, la Cantina conobbe un forte periodo di espansione. Divenne sede di convegni, riunioni con esperti e autorità e iniziò ad ospitare anche stages di formazione e perfezionamento per enologi stranieri.

Sotto la spinta, poi, del sindaco Pietro Reichlin, alla Cantina fu affidata la funzione di controllo qualità dei vini del Mezzogiorno.

Da qui una vera e propria svolta dell’istituto: da luogo di formazione e assistenza tecnica ad un ruolo semi-industriale di affinazione dei prodotti enolici adatti al “taglio”, al fine di trasformarli in bevande più attraenti nel gusto e nell’aspetto.

Castello di Barletta
Palazzo Criscuoli

Il difficile dopoguerra e l’ultimo trasferimento

Nel secondo dopoguerra, la Cantina Sperimentale corse il rischio di devastazione da parte degli invasori, così come successo ad altri uffici pubblici.

Nel 1947, il sindaco riuscì ad ottenere il trasferimento al palazzo Reichlin contrastando, soprattutto, la forte volontà del Ministero dell’Agricoltura di sopprimere la Cantina, in quanto era in corso un ridimensionamento della spesa pubblica.

Fortunatamente, grazie dl direttore Mario Mattia, l’ente conobbe di nuovo un periodo prospero: ormai rappresentava la qualità e la tipicità dei vini pugliesi durante occasioni importanti come mostre, convegni e seminari.

La trasformazione in I.S.E.

Dopo l’ultra quarantennale e rosea attività della Cantina Sperimentale, verso la metà degli anni ’60 l’era d’oro cominciò a sgretolarsi a causa di alcune riforme che consideravano determinati enti “superflui”.

Fu quindi emanato un decreto dal Presidente della Repubblica che sentenziò la trasformazione delle Cantine Sperimentali in sezioni periferiche dell’I.S.E. (Istituto Sperimentale per la Enologia), avente sede ad Asti.

Così, la Cantina Sperimentale di Barletta cessò di essere un “Ente Consorziale Autonomo”.

Molte persone autorevoli del luogo cercarono di mantenere in vita il progetto della Cantina Sperimentale, senza, tuttavia, ottenere riscontri positivi soprattutto da parte di grandi enti pubblici.

Cantina sperimentale - sala riunioni

La Cantina Sperimentale di Barletta 1879 - 1967

A CURA DI MICHELE DIMONTE

Non c’è una data precisa che sancisce la fine della Cantina Sperimentale di Barletta poichè, nel tempo, si è spenta gradualmente.

Tuttavia, l’ideale della Cantina ha avuto il suo riscatto nella crescente globalizzazione dei vini pugliesi che, ormai, sono presenti sulle tavole di grandi autorità e nelle cantine e ristoranti più pregiati. Una vera e propria rivalsa che comporta, di sovente, il ritorno in questi luoghi per vivere da vicino e approfondire la conoscenza della genesi di questi vini.

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