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Il vigneto Da Vinci

Un giallo contemporaneo, con una trama che interseca le vicende storiche del Leonardo milanese e il professor Attilio Scienza.

Descrizione

TRAMA

Nella Milano che vive l’attesa febbrile dell’Expo, la scomparsa del professor Attilio Scienza, a sole due settimane dal suo discorso inaugurale della grande manifestazione, non è certo una buona notizia. Perciò al Viminale hanno subito pensato a lui: schivo, in perenne conflitto con i giornalisti che non ama, di poche chiacchiere e molti fatti, Cosulich è l’uomo che risolve i casi in tempi record.

Il commissario si mette sulle tracce dello scienziato e subito comprende che il movente si cela in una scoperta di Scienza, ma le piste sono tante: la ricerca e il business agroalimentare globale, la genetica, gli ogm, in un turbinio di personaggi – ambigui o pittoreschi ma sempre avidi – che ruotano intorno all’evento di risonanza mondiale. Su tutte, Cosulich è però affascinato dall’interesse dello studioso per il vigneto appartenuto nel lontano Rinascimento a Leonardo da Vinci. Quasi un’ossessione, quella di Scienza, per il giardino nel pieno centro di Milano dove il genio produsse realmente il suo vino, mentre dipingeva l'”Ultima cena”.

Saranno una lettera anonima e un crescendo di misteri a spingere Cosulich in un tunnel senza tempo ma dai protagonisti odierni e tutti molto, troppo interessati all’Expo. La malavita organizzata e un noto tycoon russo, un imprenditore dell’olio senza scrupoli e la giovane e ambiziosa assistente del professore, scienziati attempati e donne fatali…

CONTESTO STORICO-CULTURALE

Durante Expo 2015, Milano la scienza e la tecnologia hanno avuto un ruolo particolare: quello di mostrare come il loro utilizzo per la qualità e la sicurezza alimentare, significhi avere a disposizione uno strumento straordinario per rendere i nostri cibi sempre migliori e sani.

Nel libro, in particolare, viene presentato tutto quel filone di ricerca estremamente attuale che dalla collaborazione dell’archeologia con la genetica sta portando alla luce in molte parti del mondo (e dell’Italia in modo particolare), le origini della viticoltura e degli attuali vitigni.

La ricerca della vigna di Leonardo è una ricerca reale, svolta da Scienza in collaborazione con la genetista Serena Imazio e Luca Maroni.
Le indagini scientifiche, condotte dalla genetista Serena Imazio e da Scienza, esperto del Dna della vite, sono state riportate in un dettagliato report. I due studiosi hanno infine individuato quale fosse il vitigno coltivato da Leonardo: la Malvasia di Candia aromatica.
Una vite caratteristica dei colli Piacentini e caratterizzata da foglia media e quinquelobata, bacca bianca e buccia spessa.

RIMANDI AL VINO 

La vigna di Leonardo da Vinci (o solo vigna di Leonardo) era un vigneto che Ludovico il Moro donò a Leonardo da Vinci, mentre stava ancora lavorando all’Ultima Cena, come gesto di riconoscenza per «le svariate e mirabili opere da lui eseguite per il duca».

La vigna risulta già citata in un atto notarile del 2 ottobre 1498 e la donazione da parte di Ludovico il Moro venne confermata da una lettera-patente ufficiale, datata 26 aprile 1499.
Quando i francesi invasero il Ducato di Milano, costringendo Ludovico il Moro a fuggire e a rifugiarsi a Innsbruck, anche Leonardo lasciò la città, diretto a Mantova. Prima di partire (inverno 1500) affittò la vigna a messer Pietro di Giovanni da Oppreno, padre del suo allievo Gian Giacomo Caprotti, detto il Salai. L’autorità francese insediata in città rimise in discussione tutte le ultime donazioni effettuate dal Moro e nel 1502 confiscò la vigna.

Nel 2015, in occasione di Expo 2015, è stata realizzata una nuova «Vigna di Leonardo da Vinci» in prossimità del luogo originario. Tramite un esame scientifico di resti vegetali presenti nella zona si è ritenuto di poter identificare la varietà di vitigno coltivato in passato.

Informazioni aggiuntive

Autore

Giovanni Negri

Editore

Piemme

Formato

Ebook

Prima pubblicazione

2015

Scopri l'Autore

Giovanni Negri

Giornalista e scrittore, produce Barolo, Chardonnay e Pinot Nero a Serradenari, nelle Langhe piemontesi. È stato segretario del partito radicale, parlamentare italiano ed europeo, fondatore dell’Osservatorio laico. Il commissario Cosulich (Einaudi, 2010) è il suo primo romanzo.

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