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Maigret e il produttore di vino

Maigret e il produttore di vino è uno di quei gialli in cui si scopre chi è l’omicida abbastanza per tempo, eppure ha il pregio di mantenere un’apprezzabile tensione fino all’ultima pagina, e ciò nonostante si vada progressivamente instaurando una sorta di simpatia del commissario per il reo, tanto che ancora una volta rifulge la straordinaria umanità di Maigret, tanto propenso ad aiutare, ove possibile, gli umili e i diseredati quanto capace di mostrare il suo disprezzo per certi pesci cani capitalisti avvezzi a offendere l’altrui dignità.

Un Simenon al meglio attrae il lettore con un investigatore, come al solito bravo, ma sempre capace di comprendere le ragioni degli altri, nei confronti dei quali dimostra il suo senso di pietà.

Descrizione

TRAMA

Maigret e il commerciante di vini (titolo originale francese Maigret et le marchand de vin, in Italiano è stato pubblicato anche con il titolo Maigret e il produttore di vino) è un romanzo di Georges Simenon con protagonista il commissario Maigret.
Il romanzo è stato scritto dal 23 al 29 settembre 1969 a Epalinges in Svizzera e pubblicato per la prima volta il 27 febbraio dell’anno successivo in Francia presso l’editore Presses de la Cité.È il settantunesimo romanzo dedicato al celebre commissario.

Mentre Maigret sta interrogando Théo Stiernet, un ragazzo che ha ucciso sua nonna per pochi franchi, arriva la notizia che per strada, nel 17°, è stato ucciso Oscar Chabut, un ricco commerciante di vini. Maigret lascia l’interrogatorio del ragazzo a Lucas e si reca sul posto, in rue Fortuny, dove ogni mercoledì la vittima andava a un appuntamento con Anne-Marie Boutin, detta anche la Cavalletta, sua segretaria e in segreto amante. Poi va a far visita a Jeanne, sua moglie, nel loro appartamento di place des Vosges. Lei gli fornisce una lunga lista scritta di relazioni che il marito ha avuto negli anni. Durante l’inchiesta Maigret non si sente bene, indossa una sciarpa, ingoia un’aspirina, ma non demorde. Riceve una telefonata anonima dove un uomo gli dice che Chabut era un “porco”, ma in fondo Maigret non crede sia un affare di gelosia. Piuttosto sospetta di Gilbert Pigou, una volta contabile dell’azienda Vin des Moines, di proprietà della vittima, il quale è stato licenziato sei mesi prima in modo brusco. È lui che continua a telefonare e a seguire per strada il commissario.

CONTESTO STORICO-CULTURALE

Il romanzo è ambientato nella Parigi del 1970. La storia si svolge all’interno del quartiere di Les Halles, dove si trovava il più grande mercato parigino, la cui apertura risale addirittura all’inizio del XII secolo, quando i commercianti vi si radunavano per esporre le proprie merci due volte a settimana ed ogni mestiere aveva in dotazione una via dell’intricato dedalo di stradine che irroravano l’isolato.

Simenon scriverà per Maigret ben 76 inchieste in un arco temporale che va dagli anni 30 agli anni 70, Maigret quindi è anche un testimone dei tempi che cambiano! In questo romanzo in particolare si risente l’influenza del recente ’68: minigonne vertiginose, la rivendicazione della sessualità femminile, le coppie aperte. E naturalmente Parigi capitale trasgressiva.

RIMANDI AL VINO 

La vittima dell’omicidio è Chabut, un commerciante di vini di grande successo che produce miscele particolari. Il rimando al vino è insito nel personaggio su cui Maigret dovrà indagare.

Informazioni aggiuntive

Autore

Georges Simenon

Editore

Adelphi

Formato

Ebook

Prima pubblicazione

1970

Scopri l'Autore

Georges Simenon

Georges Simenon è stato uno scrittore belga di lingua francese, noto al grande pubblico soprattutto per avere inventato il personaggio di Jules Maigret, commissario di polizia francese.

“Scrivere non è una professione, ma una vocazione di infelicità.”

Nasce a Liegi (Belgio), il 13 febbraio 1903, il padre, Désiré Simenon, era un contabile, mentre la madre, Henriette Brüll, era una casalinga belga di ceto borghese. Da piccolo ebbe numerosi problemi di salute, che causano numerose tensioni in famiglia.

Frequenta scuole guidate dai gesuiti, avendo un rendimento scolastico eccellente, però si rende conto di non sopportare un ambiente così rigido dell’ordine cattolico gesuita, quindi si ribella e si distacca dalla religione cattolica, non frequentando più nemmeno i suoi luoghi di culto. Continua ad amare gli studi classici e da grande lettore si dedica ad autori classici come Conrad, Dickens, Dumas, Stendhal, Stevenson e Balzac.

“Per quarant’anni mi sono annoiato. Per quarant’anni ho guardato la vita come quel poverello che col naso appiccicato alla vetrina di una pasticceria guarda gli altri mangiare i dolci.”

Nel 1922, dopo la morte del padre, si trasferisce a Parigi dove inizia a scrivere utilizzando vari pseudonimi, collabora con alcune riviste pubblicando racconti settimanali, in 3 anni scrive oltre 750 racconti. Si dedica poi al romanzo popolare e tra il 1925 e il 1930 pubblica oltre 170 romanzi sotto vari pseudonimi.
Nel 1929, in una serie di novelle scritte per la rivista «Détective», appare per la prima volta il personaggio del Commissario Maigret.
Nel 1931, si avvicina al mondo del cinema: Jean Renoir e Jean Tarride producono i primi due film tratti da sue opere.
Con la prima moglie Régine Renchon, intraprende lunghi viaggi per tutti gli anni trenta. Nel 1939 nasce il primo figlio, Marc.
Durante la guerra si occupa dell’assistenza dei rifugiati belgi.
A causa di un’errata diagnosi medica si convince di essere gravemente malato e scrive le sue memorie, dedicate al figlio Marc e raccolte nel romanzo autobiografico Pedigree.
Accuse di collaborazionismo, poi rivelatesi infondate, lo inducono a trasferirsi negli Stati Uniti, dove conosce Denyse Ouimet che diventerà sua seconda moglie e madre di suoi tre figli. Torna in Europa negli anni Cinquanta, prima in Costa azzurra e poi in Svizzera, a Epalinges nei dintorni di Losanna.

“Temeva di non riuscire più a scrivere, cercava di riprodurre sempre le condizioni in cui era nato il primo romanzo. Ecco allora un rituale fatto di matite particolari, di tende tirate, di sveglie alle cinque di mattino, di whisky e di tè. Un capitolo al giorno per otto giorni. E dopo un breve riposo, tre giorni per le correzioni.”

Nel 1972 lo scrittore annuncia che non avrebbe mai più scritto, e infatti inizia l’epoca dei dettati: Simenon registra su nastri magnetici le parole che aveva deciso di non scrivere più. Nel 1978 la figlia Marie-Jo muore suicida. Nel 1980 Simenon rompe la promessa fatta otto anni prima e scrive di suo pugno il romanzo autobiografico Memorie intime, dedicato alla figlia.

Georges Simenon muore a Losanna per un tumore al cervello nel 1989.

“Bisogna credere per forza che l’uomo abbia voluto vivere in società, dato che la società esiste; però, da quando esiste, l’uomo usa buona parte della sua energia e della sua astuzia per lottare contro di essa.”

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