Le prime cinquanta pagine del libro appassionano, hanno il merito di lasciar incollati alla lettura chi ama il vino profondamente e chi lo sta cominciando ad incrociare nel suo percorso, chi è stato nelle Langhe o chi ci vorrebbe andare: citazioni di paesi, vigne storiche e produttori sono perfettamente integrati all’interno della narrazione che scorre apparentemente senza particolari sussulti, ma che delinea con lentezza e delicatezza la storia ed il contesto e, soprattutto, è ricca di spunti di riflessione. […]
È un libro […] scritto bene, senza eccessi linguistici, con sobrietà e bell’italiano, con interessanti spunti geopolitici sul mondo del vino di Langa che possono tranquillamente essere riportati in altre terre dove sostanzialmente sono accadute, e continuano anche adesso ad accadere, cose simili a quelle langarole e che lasciano nel lettore un sentimento a metà strada tra la nostalgia e l’amarezza e che fanno, senza eccessi polemici, riflettere.